Tesori (perduti) di una città: Imola. Raccolte Storico Artistiche Comunali.

Tratto da Imola Guida storico artistica, F. Mancini, A. Meluzzi, 1962.

L’ex convento (dell’antica chiesa di S. Francesco, iniziata nel 1359 ed eretta sul tipo della basilica di Assisi, con chiesa superiore ed inferiore, accanto ad essa sorse un grandioso convento con due chiostri che vennero com­pletamente trasformati nei secoli XVII-XVIII.) è ora sede delle Raccolte Storiche Artistiche Comunali. L’accesso è in via Emilia 80. Si entra in un corridoio lungo il quale sono cippi, stele e lapidi romane. A de­stra inizia il Museo, fondato nel 1857.

  • Sala I: è il cassero dell’antico campanile. Vi si con­servano resti bizantini e medievali tra cui: un «pulvino» del sec. VI dalla prima cattedrale; un «fram­mento di transenna», un «frammento ornamentale» e un «capitello» del sec. VII-VIII dalla antica pieve di S. Lorenzo; una «Croce Stazionale» del sec. XI da S. Pietro in Laguna, un «timpano» dalla chiesa di S. Vincenzo; vari frammenti romanici; il calco in gesso della campana di S. Lorenzo del 1368; il calco in gesso della antica campana del Piratello fusa nel 1492 per vo­lere di Caterina Sforza; frammenti del calco in gesso della campana dei 100 pacifici fusa nel 1577 e altri oggetti dei secoli successivi.
  • In fondo a sinistra sono le Sale II-VII: contengono collezioni di storia naturale: notevoli i minerali e i fossili dell’Appennino raccolti da G. Scarabelli, la collezione di coleotteri di Odoardo Pirazzoli, una delle più importanti d’Italia, l’erbario di Giacomo Tassinari con 5000 specie, quasi tutte italiane e alcune rarissime. In queste sale si trova inoltre una raccolta di cera­miche, bronzi e argenti del Cile e del Perù precolom­biani con materiale pregiatissimo, e la sezione preisto­rica con oggetti provenienti dalle stazioni del Castellaccio, di S. Giuliano di Toscanella, della Prevosta, ecc.
  • Si passa nelle Sale VIII-IX con gli oggetti villanoviani ed etruschi; i mosaici romani del sec. I a. C. (a fondo unitario bianco con tessere nere o frammenti di marmo, policromi na­turalistici) e dei secoli I e II d.C. (con motivi ornamen­tali geometrici stellari o ortogonali); oggetti romani con frequenti riferimenti alla attività teatrale (maschere); rari e importanti oggetti di oreficeria longobarda; una notevole raccolta di monete (circa 8000 pezzi) di età ro­mana e di epoche più recenti con particolare riferi­mento alle zecche degli stati italiani e alla zecca pon­tificia; infine una collezione di ceramiche imolesi e faentine tra le quali interessanti boccali a sgraffio dei secoli XIV-XV.
  • A destra del corridoio di entrata è il Museo del Risorgimento con cimeli, armi, bandiere, ri­tratti, relativi alla storia del Risorgimento nella città di Imola, dai documenti della Repubblica Cispadana e Cisalpina, del Regno e dell’Impero Napoleonico, a quelli della Restaurazione e dei Moti del ’21, del ’31, del ’48, ai ricordi dei patrioti imolesi combattenti a Cesena nel 1832 e ai documenti riguardanti il plebiscito del 1859 e anni successivi. Notevoli i cimeli dei Pontefici Pio VII e Pio IX.